Olio su tavola 235×194, Cattedrale di Pisa, Navatella laterale, quarta campata, Altare dei SS. Andrea, Bartolomeo, Stefano e Michelangelo, o delle Grazie
La tavola, raffigurante la Madonna in trono con Bambino e Santi Francesco, Girolamo e Bartolomeo, viene attribuita a due artisti che operano a Pisa nel ‘500, Andrea del Sarto e Giovanni Sogliani.
La questione relativa all’ideazione ed esecuzione dell’opera è compendiata dal Vasari secondo il quale, poiché il Sogliani “si era acquistato molta grazia fra i Pisani, gli fu, dopo la morte di Andrea del Sarto, data a finire una tavola per la Compagnia di S. Francesco che il detto Andrea lasciò abbozzata”; già conservata “nella detta Compagnia in sulla piazza di S. Francesco”, dopo la soppressione della chiesa, nel 1785, fu trasportata, per volontà del granduca Pietro Leopoldo, in Duomo.
Il dipinto presentava su tutta la superficie un consistente strato di pulviscolo atmosferico, evidenti fori, una fitta “crettatura” del colore, sollevamenti del film pittorico e fessurazioni. Anche la cornice lignea dorata a foglia, oltre ad uno spesso strato di pulviscolo atmosferico, presentava alterazioni e fori oltre a residui di cera.
Nel 2017 fu eseguito un pronto intervento per limitare e contenere il degrado in atto.
In seguito l’opera fu trasferita nei laboratori, procedendo con indagini più puntuali dello stato conservativo del dipinto e di tutti i suoi elementi. Sono stati rimossi i depositi superficiali in eccesso, con l’ausilio di pennelli morbidi e aspiratori, evitando la possibile perdita del colore. Sono stati usati prodotti organici naturali o sintetici applicati per infiltrazione o per impregnazione a pressione, con trattamenti a caldo o a freddo locali o generalizzati, tenendo sempre presente le caratteristiche chimiche e fisiche dei materiali da trattare e il contesto ambientale. A completamento del restauro la fase di reintegrazione pittorica eseguita con colori a acquarello e rifiniture con colori a vernice, con conseguente verniciatura localizzata sulle parti ritoccate.
Ora la tavola dipinta è tornata al suo massimo splendore.