Le quadrifore della parete est del Camposanto di Pisa presentavano un complesso stato di conservazione dovuto a una serie di fattori relativi al materiale costitutivo (marmo San Giuliano, calcare di Filettole e marmo Apuano), al microclima (con frequenti fenomeni di condensa) e agli interventi di restauro precedenti.
La condizione conservativa particolarmente degradata dei pilastri, del paramento e degli elementi decorativi era caratterizzata da estesi fenomeni di solfatazione della matrice carbonatica, rigonfiamenti ed esfoliazione (fino a 5mm di spessore), oltre che presenza di depositi superficiali coerenti e incoerenti.
La presenza sulla superficie lapidea di uno strato protettivo idrorepellente, applicato durante il restauro condotto negli anni ’90, rendeva la superficie poco traspirante e impediva la naturale migrazione dei sali solubili verso l’esterno, che invece si erano cristallizzati, aumentando i fenomeni di disgregazione, rigonfiamento e distacco degli strati superficiali della pietra.
La preziosa collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Pisa ha permesso di impostare una tipologia di pulitura alternativa ai metodi tradizionali delle superfici fragili, applicando un’azione contactless offerta dalle metodologie laser.
La pellicola protettiva idrofoba è stata parzialmente rimossa riducendo l’idrorepellenza per consentire una migliore migrazione dei sali. Il raggiungimento di una superfice più permeabile ha inoltre consentito di effettuare operazioni di consolidamento successive.
Il lavoro è stato presentato a Firenze alla conferenza internazionale sui progressi nelle tecniche fotoniche per la diagnostica e la conservazione-restauro del patrimonio culturale LACONA XIII (Lasers in the Conservation of Artworks).