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Con il kick off meeting del 3 giugno 2015 ha preso il via il progetto Nano Cathedral, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del settore delle nanotecnologie applicate ai beni culturali di Horizon 2020 con un fondo di circa 6.5 milioni di euro.

In totale sono sei gli edifici monumentali che saranno per tre anni sotto gli occhi e nelle mani di petrografi, geologi, chimici e restauratori degli Istituti facenti parte del Consorzio: cinque le cattedrali selezionate per rappresentare la diversità culturali sul territorio europeo in un’ottica di sviluppo di valori condivisi e di identità transnazionale, e un edificio monumentale contemporaneo interamente rivestito in marmo di Carrara, l’Opera House di Oslo.

Obiettivo: la sperimentazione dei nano materiali per la conservazione dei marmi e delle superfici esterne delle nostre ‘cattedrali’.
Insieme alla Cattedrale di Pisa le cattedrali di Colonia, Vienna, Ghent e Vitoria costituiscono il campo di indagine per verificare degradi e testare nuovi prodotti consolidanti e protettivi.
Per la scelta dei casi di studio sono stati incrociati requisiti relativi al pregio storico e architettonico, alle diverse tipologie dei materiali costruttivi – marmi, pietre calcaree e arenarie – e alla diversa localizzazione dei sei edifici monumentali rispetto alle fasce climatiche europee.

La Cattedrale di Pisa è quella più a sud, inserita in pieno clima mediterraneo, quindi soggetta a fenomeni di degrado certamente molto diversi da quelli che le condizioni atmosferiche della penisola scandinava fanno registrare; tutti i passaggi climatici intermedi sono invece modulati passando per Ghent, Vitoria, Colonia e Vienna.

A conclusione dei tre anni di progetto, completate le analisi in situ e in laboratorio e condotte tutte le sperimentazioni sulle diverse porzioni di test individuate in ciascun edificio monumentale, verrà definito nel dettaglio un protocollo di intervento che preveda l’identificazione delle caratteristiche petrografiche e mineralogiche dei materiali lapidei e dei loro fenomeni di degrado, la valutazione delle cause e dei meccanismi di alterazione associati come le interazioni con i fattori di inquinamento ambientale, per arrivare quindi all’identificazione della metodologia di restauro più appropriata e alla sperimentazione di prodotti nanotecnologici per il consolidamento e protezione dei diversi materiali lapidei.

Nel 2018 ci auguriamo di poter disporre di materiali innovativi e sicuri per proteggere più a lungo la ‘pelle’ dei nostri edifici storici e monumentali.

Per maggiori approfondimenti: http://www.nanocathedral.eu/