A partire dal 1589 Aurelio Lomi (1556-1622), nel pieno della sua maturità artistica, era diventato l’artista di fiducia dell’Opera della Primaziale Pisana, per cui realizzò numerose opere. Nel 1594, l’Arcivescovo di Pisa Carlo Antonio Dal Pozzo fece riedificare la Cappella attigua al Camposanto, così gli commissionò la realizzazione del quadro da collocare nella cornice dell’altare intitolato a San Girolamo e la decorazione ad affresco delle vele della cupola.

Nel corso del 2022 i restauratori del settore specializzato in manufatti dipinti della Primaziale hanno intrapreso il restauro della tela, il cui stato di conservazione era compromesso da un esteso fenomeno di crettatura degli strati pittorici e dall’adagiamento della tela lasca sul telaio.

L’intervento di restauro è stato preceduto da una fase di osservazione e studio del dipinto che, grazie alla collaborazione con l’Istituto di Chimica dei Composti OrganoMetallici dell’ICCOM – CNR di Pisa, è stato sottoposto a indagini diagnostiche tramite tecniche di imaging multispettrale e fluorescenza a raggi X a dispersione di energia (ED-XRF), finalizzate allo studio e alla caratterizzazione dello strato preparatorio e pittorico e alla determinazione della palette dell’artista.

San Girolamo, ben riconoscibile dai suoi principali attributi, è rappresentato secondo l’iconografia del penitente: un uomo anziano vestito del solo perizoma, con una pietra in mano. Il Santo, inginocchiato davanti ad una grotta, è rivolto verso un crocifisso alla cui base è appoggiato un teschio. All’interno della grotta-studiolo sono rappresentati gli attributi iconografici del San Girolamo erudito: libri, calamaio e un paio di anacronistici occhiali. Nella parte bassa sono raffigurati degli animali, alcuni dei quali con significato simbolico: vipera, cardellino, rane, chiocciole, martin pescatore, lucertola. Sul masso su cui è inginocchiato il Santo il pittore ha apposto data e firma in caratteri capitali: “AURELIUS LOMIUS MDLXXXXV”.

Valutando le problematiche connesse alla dimensione, all’ubicazione e alle possibili difficoltà di movimentazione e intervento futuri, per la ricollocazione è stato adottato un sistema di tensionamento elastico. Per mantenere costante la corretta tensione al variare delle condizioni termo-igrometriche, la tela è stata adattata a un nuovo telaio mediante un sistema di molle che conferiscono elasticità ai fianchi del telaio. Fissando con magneti i listelli coprifilo in argento meccato, l’opera è stata così ricollocata nella cornice originale dell’altare marmoreo della cappella in Camposanto.