«Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica? Ero nato per l’opera buffa lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso.»
(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

La Petite messe solennelle è parte integrante e coronamento dell’ultimo periodo creativo di Rossini, il cui esito musicale è la raccolta da lui stesso intitolata Péchés de viellesse. La stesura della Petite messe è passata attraverso numerose fasi di cui rimangono una versione per Soli, Coro, Pianoforte di ripieno e Armonium e una successiva per Soli, Coro, Organo e Orchestra. A uno stadio avanzato di elaborazione, il 14 marzo 1864, la Petite messe fu eseguita nella versione da camera in casa del conte Pillet-Will e ivi replicata l’anno successivo. L’esecuzione non esaurì la vicenda creativa, Rossini, infatti, continuò a correggere le carte in vista dell’orchestrazione e, come d’abitudine, lo fece sulla stesura originale, sovrascrivendo ogni volta la versione precedente, curando i minimi dettagli. La versione per orchestra, in contrapposizione alla natura privata della prima stesura, sembra voler assolvere il ruolo di pubblico contributo, seppur personale, in merito al vivace dibattito di quegli anni intorno al rinnovamento della musica sacra. Fu nelle due estati 1867-68, le ultime di Rossini, che la Petite messe sembra assumere la versione definitiva. Le modifiche apportate non sono affatto marginali, ma prevedono ritocchi un po’ ovunque. In genere si tratta di introduzioni o code strumentali alle sezioni del Gloria, ma non mancano accorgimenti per dar peso ai finali, soprattutto nel fugato del Credo. L’intervento più significativo è l’aggiunta dell’inno eucaristico O salutaris hostia che Rossini non compone ex novo ma recupera da un brano per voce e pianoforte già scritto in precedenza e incluso fra i Péchés de viellesse con il titolo O salutaris, de campagne. Il brano originariamente per contralto, è ora trascritto per soprano per differenziarsi dal successivo Agnus Dei, anch’esso per contralto. L’inserimento asseconda la tradizione liturgica francese e più segnatamente parigina, dove fin dal Cinquecento il canto per l’elevazione dell’ostia era un momento importante durante le grandi messe, soprattutto se legate alle celebrazioni ufficiali. La fase di orchestrazione prosegue fino agli ultimi giorni di vita.

INGRESSO GRATUITO CON BIGLIETTO

I tagliandi di ingresso (max 2 a persona) possono essere ritirati solo presso il Museo delle Sinopie il 15 e 16 dicembre dalle 10 alle 16.30 e la sera del concerto dalle 19.30 alle 20.50, fino a esaurimento dei posti disponibili. Non è possibile effettuare prenotazioni telefoniche né per e-mail.
Non c’è un settore riservato alle persone con disabilità e i biglietti sono gratuiti per tutti. Solo le persone a mobilità ridotta e in carrozzina che desiderano partecipare al concerto sono pregate di inviare un email affinché sia possibile garantire loro uno spazio adeguato, nell’osservanza delle norme di sicurezza.

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